Oggi, nonostante siamo mediamente sovralimentati, l’eccesso di cibi raffinati, le coltivazioni e gli allevamenti intensivi creano cibi poveri di sostanze fondamentali come vitamine e minerali. La loro insufficienza impedisce al nostro organismo di funzionare come dovrebbe.
In poche parole creiamo una miscela perversa di eccessi e carenze di cui il nostro corpo non ci ringrazia sicuramente!
Diventa perciò necessario correre ai ripari, convertendosi ad un’alimentazione più povera (= minor quantità) ma più sana (= miglior qualità).
Cioè un’alimentazione più simile a quella del nostro passato, con le dovute correzioni che le conoscenze oggi a nostra disposizione ci consentono di apportare.
Un’obiezione che viene sovente posta a chi propone una scelta come questa è che i nostri antenati avevano una vita media più breve della nostra, concludendo quindi da ciò che la nostra alimentazione deve essere per forza, migliore della loro. L’obiezione è corretta, ma la conclusione completamente errata.
Basta fare le seguenti considerazioni per accorgersene:
- le carenze alimentari dei nostri antenati riguardavano più la quantità che la qualità: non è che generalmente mangiassero male, ma spesso non avevano abbastanza cibo; per cui l’allungamento della vita media è dovuto anche al fatto che oggi abbiamo da mangiare a sufficienza (anzi, ne abbiamo troppo), non al fatto che si mangi meglio;
- ma soprattutto i progressi della medicina nel combattere malattie un tempo mortali hanno favorito moltissimo l’allungarsi della vita media, si pensi soltanto alle conseguenze della scoperta degli antibiotici, o alla drastica diminuzione della mortalità infantile: ciò non ha nulla a che vedere con l’alimentazione.
In effetti esistono studi notevoli e molto importanti su questo concetto.